Tomba di Agrippina

Tomba di Agrippina

Sull’arenile della Marina di Bacoli sorgono i resti di un monumento di epoca imperiale presentato ai viaggiatori del Grand Tour come il sepolcro di Agrippina, uccisa nel 59 d.C. per ordine del figlio Nerone. Tacito narra di come Agrippina, scampata fortunosamente all’affondamento dell’imbarcazione che la conduceva a Bauli, fu raggiunta ugualmente dai sicari che la uccisero e che solo dopo la morte di Nerone i suoi servi fedeliavrebbero innalzato un modesto sepolcro, un semplice tumulo, sulla via di Miseno non lontano dalla villa di Cesare. Dall’erronea interpretazione della testimonianza dell’autore antico, la tradizione erudita settecentesca ed ottocentesca ha voluto credere che il curvo edificio fosse il vero sepolcro della madre assassinata, da qui la definizione impropria di “Tomba di Agrippina”, non tenendo conto dell’eccessiva vicinanza al mare e della lontananza della strada antica, oggi ripercorsa dal tracciato moderno e in posizione elevata.In realtà il monumento è un teatro-ninfeo, parte di un’imponente villa marittima che doveva estendersi fino alla cima della collina, andata distrutta e parzialmente inglobata nelle costruzioni moderne. L’impianto originario della struttura, un odeion ovvero un piccolo teatro di età augustea o giulio-claudiadi cui si conservano solo i segni delle gradinate, fu trasformata in un ninfeo esedra tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., probabilmente a seguito del parziale sprofondamento dovuto a fenomeni bradisismici. Del monumento oggi risultano visibili tre corridoi semi – circolari, due superiori posti alla stessa quota ed uno inferiore a m 1.30 al di sotto del livello della spiaggia attuale. Di fronte all’ingresso odiernoè una rampa di scale che conduce all’emiciclo medianocon un prospetto esterno scanditoda tre aperture intervallate da finestre e coperto da una volta rampante  sulla quale sono i resti di una gradinata in opera reticolata. Allo spazio si può accedere anche per mezzo di una rampa di scale ubicata sulla sinistra, in un piccolo ambiente dalla pianta irregolare.In fondo sulla destra dell’emiciclo mediano si conservano le tracce di una delle scale che conducevano al piano superiore.Allo stesso livello del corridoio mediano si trova il terzo emiciclo, la cui volta è crollata insieme a parte della parete esterna;  si conserva la parete interna decorata da semicolonne in laterizio con fusto rivestito in stucco terminanti con capitelli in ordine corinzio, anch’essi rivestiti in stucco.Quando la struttura venne trasformatada area per spettacoli ad area per la frescura, nella forma in cui appare oggi, in questo corridoio esterno furonocostruiti setti murari che divisero lo spazio in vari piccoli ambienti con funzioni di deposito, mentre alle spalle dei corridoi fu realizzatauna cisterna a cielo aperto. Sulla volta del corridoio inferiore, a cui si accede da sinistra, si conserva una ricca decorazione a riquadri in stucco che doveva riproporsi anche sulle pareti, ora intervallate da finestre e nicchie curvilinee. Da qui un ambulacro successivamente murato doveva mettere in comunicazione questa parte della struttura con la villa retrostante.

Da sempre meta dei viaggiatori del ‘700, il monumento fu scavato e studiato nel 1941 dall’archeologo Amedeo Maiuri che liberò i ruderi in parte coperti dal terreno e dall’insabbiamento determinato dal bradisismo, individuando la vera origine strutturale del complesso.

 

Come arrivare

In auto: Tangenziale di Napoli - uscita Pozzuoli/Arco Felice direzione Bacoli.
Trasporti pubblici:
Da Napoli Montesanto Linea EAV Ferrovia Cumana (fermata Fusaro o Lucrino) + autobus EAV (fermata via Risorgimento-via Roma).

Per gli orari, consultare i siti: