barbaro con trofeo d’armi

  • Inv 264910
  • Pozzuoli, sala 32

  • scultura o elemento di rivestimento
  • fine del I -inizi del II sec. d.C.
  • marmo grigiastro a grandi cristalli
  • h. 165 cm; largh. 67 cm; spess. 2-23 cm

Sulla lastra  è raffigurato, in altorilievo, un prigioniero barbaro. Costui veste un abito che gli lascia scoperto il petto e gli copre le gambe, avvolte in strette brache, per poi ricadere sulle spalle. I capelli, corti, sono trattenuti sulla tempia da un grosso nodo, composto da una lunga treccia che parte dalla nuca; i baffi, altrettanto corti, coprono la bocca semiaperta. L’acconciatura del barbaro lo identifica con grande probabilità con un Germano, sulla scorta della descrizione che viene data della pettinatura consueta di questo popolo da Tacito "obliquare crinem, nodoque substringere" (Germ., 38).  Ai lati del corpo - le gambe sono spezzate all’altezza dei polpacci - sono visibili gli schinieri, mentre al di sopra della testa, vi è il consueto trofeo di armi.

La tipologia del rilievo, la stessa iconografia adottata nei celebri archi di Carpentras e della porta di Sepino, rendono verosimile l’ipotesi che la lastra decorasse in origine un fornice, o che fosse pertinente ad una delle porte o degli archi onorari che certamente dovevano trovarsi nell’area del foro; di questi se ne ha testimonianza sulle famose fiaschette vitree recanti la ripa puteolana e sui celebri rilievi di un arco dedicato a Traiano, ora conservati a Berlino e a Filadelfia.  Proprio dietro uno di questi rilievi è stata rinvenuta un’iscrizione in onore di Domiziano in occasione della costruzione della via Domitiana (AE: 1973. 137), poi erasa, in seguito alla damnatio memoriae dello stesso. Parimenti a Domiziano, potrebbe esser dedicata la lastra in esame, poiché l’imperatore combattè nel 92 d.C. contro i Germani del Danubio (Quadi e Marcomanni) ed i Sarmati Iagizi (Svet., Domit., VI, 2; Tac., Agricola, 41). Con quest’epoca, inoltre, ben si accorda stilisticamente: perché ad  una certa rigidezza delle pieghe dell’abito del barbaro si unisce un notevole colorismo patetico del suo volto. Altra analogia si ritrova nell’acconciatura  di quattro barbari, ritratti a mezzo busto su delle appliques di un calderone in bronzo, nel corredo della tomba reale di Musov, l’odierna Repubblica Ceca, databile tra la fine del I sec. a.C. e la fine del I sec. d.C.; in tal modo, nel barbaro del rilievo di Pozzuoli si può identificare uno Marcomanno. Allo stesso tempo, la medesima pettinatura caratterizza alcuni dei barbari, i Bastarni, del Trofeo di Adamklissi del 109 d.C.; pertanto, la lastra di Pozzuoli potrebbe esser datata tra la seconda metà del I-inizi del II sec. d.C..

Localizzazione geografico-amministrativa
Pozzuoli
Napoli
Modalità di rinvenimento

Pozzuoli (NA), 1995; fu rinvenuro all’interno di un muraglione di sostegno della piazza del foro antico di Puteoli.

Definizione culturale

arte romana

Condizione giuridica e vincolistica

proprietà dello stato

Stato di conservazione
mutilo
Fonti e documenti di riferimento

C. Gialanella, Malmoe-Roma 1996, pp. 89-90; Gialanella (a cura di), Nova Antiqua Phlegraea, Napoli 2000, pp. 48-50; L. Crimaco, C. Gialanella, F. Zevi (a cura di), Da Puteoli a Pozzuoli. Scavi e ricerche sulla rocca del Rione Terra, Napoli, 2003; Campi Flegrei II, 2009, p. 83.