Kore-Persephone

  • Inv 292861
  • Pozzuoli, Rione Terra

  • statuaria
  • prima metà del I sec. d. C.
  • marmo bianco a cristalli piccoli lucenti, pentelico
  • h. max. cm.205; alt. della testa cm.24; alt. del volto cm.18; largh. max della figura cm. 65; largh. del piede destro cm. 11; h del plinto cm. 9.5; largh. max del plinto cm. 50; prof. max del plinto cm. 34-35

La scultura raffigura una donna dal volto giovanile, ma dalla corporatura e dall’abbigliamento maestosi. E’ stante sulla gamba destra e con la sinistra leggermente scostata di lato; poggia su un plinto che doveva essere alloggiato entro una base, come lasciano intuire i bordi scalpellati.  Veste un chitone a maniche, leggero e mosso da fitte piegoline, che scende fino ai piedi e, all’altezza dell’avambraccio sinistro, fuoriesce dall’himation con un voluminoso groppo. Il mantello è allacciato sulla spalla destra e copre gran parte del corpo con due balze che non si congiungono del tutto sul fianco, formando  un ricco panneggio sul lato destro. Il braccio sinistro si stende lungo il corpo fino al gomito, è leggermente flesso in avanti, con la mano chiusa a stringere un attributo ora perduto; il braccio destro, invece, doveva essere piagato quasi ad angolo retto. Il volto, dalla superficie molto levigata, è sfinato e incorniciato da due bande di capelli ondulati, sui quali rimangono tracce di colore rosso, raccolti sulla nuca e tenuti fermi da un nastro tripartito; il lobo destro attesta l’inserimento di orecchini in metallo. Gli occhi sono grandi e dal taglio piuttosto allungato, l’arcata sopraccigliare è ben disegnata e leggermente asimmetrica; l’espressione malinconica ma regale della giovane donna ha fatto pensare a  Persephone che ha già conosciuto il mondo degli Inferi e ed è divenuta sposa di Ade. Pertanto, l’attributo che doveva recare con la mano sinistra poteva essere una oinochoe,  oppure delle spighe, mentre nella destra poteva stringere una fiaccola, una volta al cospetto di Demetra, in occasione del suo ritorno sulla terra. 

La statua del Rione Terra mostra alcune analogie con la Kore Corinto-Mocenigo, quali il particolare del doppio himation e il chitone che fuoriesce dal mantello, ma non ne condivide la maggiore linearità. L’impiego  del medesimo marmo e le considerevoli dimensioni della scultura, ne evidenziano una somiglianza maggiore con la statua frammentaria conservata nei magazzini dei Musei Vaticani e già esposta nel cortile della Pigna.

Il modello greco di riferimento rientra, comunque, nell’ambito della scultura attica, d’età severa (V sec. a.C.).

Localizzazione geografico-amministrativa
Pozzuoli
Napoli
Modalità di rinvenimento

Pozzuoli (NA),  Rione Terra, quarto criptoportico da est, a sud del decumano massimo e a est del tempio detto di Augusto 

Definizione culturale

arte romana

Condizione giuridica e vincolistica

proptietà dello stato

Stato di conservazione
mutilo
Fonti e documenti di riferimento

C. Gialanella (a cura di), Nova Antiqua Phlegraea, Napoli 2000, pp. 28-31; C.Valeri, Il Complesso scultoreo del Rione Terra. Note preliminari, in Bd’Art.118, 2001, pp. 6-12, n.1, figg. 3-10, 12; S. De Caro-C.Gialanella, Il Rione Terra di Pozzuoli, Napoli 2002, pp. 30-32, 90; C. Valeri, Der Statuenzyklus von Rione Terra in Pozzuoli, in Die griechische Klassik. Idee oder Wirklichkeit, Catalogo della mostra Berlin 1 März-2 Juni 2002 Mainz 2002, pp. 656-658;  L. Crimaco - C. Gialanella- F. Zevi (a cura di), Da Puteoli a Pozzuoli. Scavi e ricerche sulla rocca del Rione Terra, Napoli, 2003, pp. 53-55;  C. Valeri, Marmora Phlegraea. Sculture dal Rione terra di Pozzuoli, in Monografie della Rivista “Archeologia Classica “, Roma 2005, pp. 55-68, figg. 31, 33-42, 44, 47; Campi Flegrei II, 2009 p. 266.