Orientale bn

L'abitato a nord delle Terme del foro di Cuma

Università degli Studi di Napoli L'Orientale

Il progetto dell’Università L’Orientale e del suo Direttore di scavo Prof. Matteo D'Acunto prosegue l’attività di ricerca portata avanti da più di vent'anni nel sito di Cuma, a partire dal POR Campania del 1994, avviato dall’allora Soprintendenza Beni Archeologici di Napoli e Caserta in cooperazione con la Regione Campania mediante l’utilizzo di fondi europei. L’attività de “L’Orientale” negli ultimi anni si è concentrata nel quartiere abitativo greco-romano compreso tra le Terme del Foro e le mura settentrionali, conseguendo notevoli risultati in relazione all’organizzazione e allo sviluppo dell’insediamento.

In questo settore dell’abitato, che conserva una stratigrafia dall’abbandono in epoca tardo-antica fino all’Età del Ferro, le indagini hanno raccolto importantissimi dati sui livelli iniziali di occupazione, che hanno consentito di avanzare nuove proposte per una definizione cronologica delle prime fasi della colonia e del suo rapporto con Pithekoussai. Le ricerche sono state rivolte allo studio cronologico, planimetrico e funzionale degli isolati e del sistema viario di epoca romana, con l’obiettivo di ricostruire le forme di continuità e trasformazione di questo settore della città caratterizzato da quartieri residenziali e artigianali.

La campagna di scavo del 2018 si è concentrata sulla fase più antica di Cuma grazie ad uno scavo in estensione effettuato all’interno del peristilio della domus meridionale e sul quartiere settentrionale prossimo alle mura settentrionali. Le indagini, riprese nella campagna del 2019 hanno consentito di identificare al di sopra del livello della necropoli pre-ellenica (ca. 1000-750 a.C.) un orizzonte in giacitura primaria di frequentazione abitativa, relativo ad un’area esterna, i cui pochi materiali d’importazione greca diagnostici consentono di fissarne la cronologia attorno alla metà dell’VIII sec. a.C. Una fase ormai ben documentata da diversi contesti in giacitura primaria è quella del LG II, che riflette chiaramente un momento fortemente strutturante dell’apoikia. Al di sotto dello stenopos p un ambiente domestico è distrutto per lasciare il posto al primo livello stradale, che coincide con il momento di definizione dell’impianto urbano del quartiere della fine del LG II (ca. 700 a.C.).

Almeno in questo settore della città l’impianto urbano di epoca romana ricalca le irregolarità di quello coloniale di epoca alto-arcaica, irregolarità a loro volta assecondate alla geomorfologia dell’area e volte a sfruttare le pendenze, per assicurare al meglio lo smaltimento delle acque reflue. Una imponente ricostruzione degli isolati e delle relative abitazioni è collocabile nel V sec. a.C. ed è in opera quadrata con elevato in ortostati. In epoca tardo-repubblicana una domus, caratterizzata dalla presenza di un grande peristilio a tre bracci e decorazioni in II stile, va ad occupare il settore meridionale dell’isolato: la sua planimetria verrà sostanzialmente rispettata fino ad epoca imperiale (III sec. d.C.), continuando a sfruttare anche alcuni degli originari pavimenti in opus signinum.

Nel settore settentrionale dell’isolato abitazioni di dimensioni più ridotte, databili tra il V sec. a.C. e il I d.C. vengono cancellateagli inizi del II sec. d.C. da una radicale ricostruzione, caratterizzata da un edificio a più piani ruotanti attorno ad un cortile centrale con vasca. Nell’isolato posto a Nord dello stenopos q, prossimo alle mura, le evidenze di attività metallurgiche di epoca alto-arcaica e arcaica (ca. 700-500 a.C.), già documentate dalle campagne di scavo precedenti, sembrano conoscere una certa continuità funzionale in questo settore: sono documentate diverse fasi di una bottega metallurgica di epoca tardo-repubblicana e imperiale occupante l’angolo Sud-Est dell’isolato. La bottega di epoca tardo-repubblicana presentava ben conservati gli apprestamenti per la lavorazione del ferro.