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Il Foro di Liternum

L'Università della Tuscia e il suo Direttore di scavo Prof. Salvatore De Vincenzo eseguono ricerca e scavo dell’area del Foro della colonia romana di Liternum. Il loro ingresso nel novero dei concessionari della ricerca in area flegrea è più recente (2015), ma sin da subito ha prodotto notevoli risultati per l'accrescimento delle conoscenze sul sito antico, forse a molti sconosciuto ma estremamente importante nella storia antica del territorio. Se ne riporta una breve sintesi con i risultati delle più recenti campagne.

Tra le finalità delle indagini archeologiche nella colonia romana di Liternum vi è la definizione dell’organizzazione urbanistica della città nella diacronia. Le prime due campagne di scavo, realizzate nel 2015 e 2017 hanno interessato soprattutto gli edifici del foro, consentendo di ricostruire un quadro d’insieme maggiormente chiaro dello sviluppo architettonico e urbanistico dell’area pubblica. La fase edilizia più antica attestata in questo settore, che sembrerebbe non essere anteriore alla metà II sec. a.C., è documentata dai muri in blocchetti di tufo grigio dell’angolo sud-orientale del podio del capitolium.

La seconda fase costruttiva corrisponde invece all’edificazione della basilica. A questa fase si riferiscono i muri settentrionale e occidentale con paramento in opus quasi reticulatum; tale tecnica si conserva anche nell’alzato delle strutture immediatamente a nord del podio. Questa fase si può datare in modo però ancora approssimativo tra fine II e inizio I sec. a.C.

Durante la piena età augustea è documentata la monumentalizzazione del foro, caratterizzata da muri in opera quasi reticolata. Durante questa fase si realizza un portico con tabernae retrostanti, che delimita l’intera area della piazza. Contestualmente viene arretrata la fronte porticata della basilica per lasciare spazio al portico del foro e impedire che questo sporgesse rispetto alla facciata del capitolium.

La successiva fase costruttiva è documentata dall’opus mixtum con filari di laterizi alternati a blocchetti di tufo e opus reticulatum, quest’ultimo con un ordito di gran lunga più regolare rispetto al reticolato della fase augustea. Questa tecnica è documentata unicamente nei muri del podio e della cella e si riferisce a un consistente rifacimento del capitolium contestuale alla realizzazione della via Domitana.

L’ultima tecnica costruttiva in ordine di tempo documentata a Liternum è l’opus vittatum mixtum, caratterizzata da filari con blocchetti di tufo giallo alternati a filari di mattoni dell’alzato dell’odeion. Sebbene i livelli di fondazione di tale tecnica edilizia non siano stati ancora oggetto di scavo, un frammento di orlo di anfora del tipo Africana IB rinvenuto nella malta del muro della cavea dell’odeion e databile tra fine II e metà III sec. d.C. viene a costituire un significativo termine per la cronologia dell’edificio. Si potrebbe forse riconoscere proprio nell’odeion l’edificio citato nell’iscrizione che ricorda un intervento costruttivo dell’imperatore Gordiano III.

Questi dati scaturiti dalle indagini stratigrafiche nel foro della città sono stati ulteriormente integrati da due campagne di prospezioni geofisiche. La prima fu realizzata nel 2013 da Salvatore Piro (ITABC-CNR). In tutta la superficie indagata, corrispondente all’area interna della basilica e alla piazza forense, sono state riscontrate delle strutture riconducibili verosimilmente alla prima fase della colonia, successivamente distrutti per far spazio agli edifici del foro.

La seconda campagna di prospezioni geofisiche sono state effettuate nel 2017 da Giancarlo Pastura (Università degli Studi della Tuscia) ed hanno interessato il settore del foro immediatamente a ovest degli edifici pubblici e l’area a nord della piazza forense.

Queste indagini hanno evidenziato una serie di edifici e isolati con il medesimo orientamento dell’area forense ed hanno consentito di distinguere due assi stradali, larghi ca. 4 m, che delimitano un’insula di 12 m. Uno dei due assi costituisce la prosecuzione verso nord del tratto di Domitiana che attraversa la piazza forense, mentre il secondo si snoda subito alle spalle degli edificio del foro.